Community Call 20/01/2019

Relazioni – puntata 6

Questa sera la Call ci viene offerta dall’Insegnante Narasimha KumarJi .

KumarJi

Namasté.

Bentornati alla Community Call. Benvenute e benvenuti. È bello vedervi di nuovo tutti. Il format è il solito. Cominciamo la Call con alcune condivisioni, queste saranno seguite da alcune domande e risposte, dopo andremo a vedere la settima parte degli insegnamenti sul tema delle relazioni, poi seguiremo il principio di saggezza sul quale ci saranno delle spiegazioni seguite da un processo meditativo, dopo ci potrebbero essere degli annunci per i programmi e a seguire si farà tutti insieme la Soul Sync con un intento comune. Questo è il contenuto dell’incontro di oggi. Potrebbe durare un’ora e quindici-un’ora e trenta.

Condivisioni
Alcune persone hanno inviato le loro condivisioni. Di seguito ne leggeremo alcune.

  1. Karin dall’Austria: 

Riflettendo sulle relazioni con i miei partner, con il mio partner della vita posso dire che la base non è né il denaro né il potere, ma non riesco a sentire amore puro incondizionato, quello che sento è un bisogno di condividere la vita quotidiana e di non essere sola. Inoltre, l’accettazione della società può anche essere uno dei fattori. Se mi sento sicura e con la capacità che tutti possano seguire i propri interessi. Oggi possiamo anche imparare e crescere l’uno dall’altro e gestire meglio le situazioni. È sempre stata così, ha funzionato per tutti e due. Per un periodo di tempo ho pensato che il Divino avrebbe aiutato alla fioritura, era una delle mie intuizioni, delle mie credenze. 

  • Lila dalla Svezia: 

La mia figlia ha trovato il lavoro dei suoi sogni dopo un periodo difficile. Io ho molto pregato per lei affinchè i suoi sogni si avverassero in particolare quando facevo la Soul Sync. Lei è una figlia molto gentile, amorevole verso me, verso i genitori, quindi voleva contribuire. Sono felice di avere una figlia così calma, con il cuore così aperto.

KumarJi dice di essere contento per sua figlia. Fantastico. Tutti apprezziamo che sia una figlia così amorevole.

  • Lota dalla Svezia:

Recentemente ho perso qualcuno che è lontano da me ma molto significativo per me. Ho pensato a quello che ha detto PreethaJi nella S&S dello scorso ottobre. Ha detto “non puoi mai essere separata dalle persone care, dalle persone che ami”. Quindi ho pensato fintanto che amo qualcuno sono connesso a quella persona, quindi l’amore e la connessione sono la stessa cosa, allora ho sentito che il mio amore mi connetteva con un altro cuore.

KumarJi dice: fantastico

Domande

  1. D – Karin: come posso alimentare una relazione in cui c’è condivisione e voglio avere più amore? Cercare di coltivare la calma interiore mi aiuta molto. Se confronto dieci anni fa con adesso posso dire che è una relazione che cresce. Sono grata di questo. Ci sono dei giorni in cui vorrei fuggire, ma la maggior parte dei giorni sono molto grata. 

R – KumarJi: Questa potrebbe essere qualcosa di molto utile per tutti voi, in particolare per le coppie, per come fare sì che le vostre relazioni siano durevoli, siano più felici.

Tutti noi crediamo che le relazioni siano meravigliose se noi siamo insieme. La questione non è la vicinanza o la distanza, la domanda che è molto importante è “quando voi pensate all’altra persona siete in grado di connettervi con l’altra persona oppure no?”

Quando parliamo di connessione non è una vicinanza fisica.

Il vostro cuore in quella relazione sta percependo un bellissimo stato oppure sentite nel cuore uno stato di sofferenza, uno stato doloroso? Ciò che fa la differenza è questo.

Come fate ad essere sicuri che state crescendo nella relazione? Come potete valutare se avete una relazione felice?

In una qualsiasi relazione, se il vostro stato interiore si porta in uno stato di sofferenza, sentite sofferenza nel cuore nella relazione con questa persona, se voi siete nella tolleranza, che è quello che fa la maggioranza delle persone, allora direi che non è una relazione eccellente. Se voi siete tolleranti rispetto al vostro stato interiore di sofferenza non state effettivamente crescendo.

Allora mi potreste chiedere “cosa devo fare?”

Si potrebbe diventare molto intolleranti verso il proprio stato di sofferenza interiore. Il che significa che nel momento in cui voi trovate che c’è uno stato interiore di sofferenza, immediatamente voi dovreste agire su di esso per trasformarlo in un bellissimo stato. Per esempio, si può trasformare questo stato praticando la meditazione della mente serena oppure si può portare attenzione a questa sofferenza alla luce degli insegnamenti appena imparati. Quando voi portate attenzione a ciò che sentite, alla luce degli insegnamenti o facendo la pratica della mente serena, ciò che accade è che il vostro pensiero, abitualmente egocentrico e ossessivo, verrà spezzato e interrotto, quindi il problema o la sofferenza che stiamo affrontando in quel momento crolla. Tutti gli stati di sofferenza sono sostanzialmente causati da questo pensiero ossessivo egocentrico, centrato su di sé, come dice KrisnhaJi.

Il pensare non è un problema perché senza il pensiero non potete capire nulla, senza il pensiero non ci sarebbero delle grandi innovazioni. Il pensiero in sé stesso non è un problema, anzi ne abbiamo assolutamente bisogno, perché è la facoltà attraverso la quale noi possiamo fare tutte le cose. A volte però il pensiero diventa molto ossessivo, il che significa che voi siete ossessionati, non avete il controllo su un particolare modo di pensare, su un particolare schema di pensiero, questo lo chiamiamo pensiero ossessivo. Pensiamo che qualcuno vi abbia ferito, vi abbia fatto del male, allora nella vostra mente voi non avete assolutamente controllo sul pensiero, continuate a pensare sempre sempre allo stesso episodio e proiettate tante possibilità dolorose, oppure fate un’associazione con un passato molto doloroso e non riuscite ad evitare di continuare a pensare e ripensare a questo processo, e diventa veramente ossessivo, quindi non avete alcun controllo e la cosa continua ad andare avanti. Questa modalità di pensare ossessiva la applichiamo anche per le cose belle. A volte, per esempio, dovendo fare qualcosa di bello, magari siete molto appassionati per ottenere qualcosa, potete avere un pensiero ossessivo su come doverlo acquisire, su come arrivarci, e anche questo può diventare un’ossessione.

Quindi non diciamo che il pensiero è sofferenza e neanche che il pensiero ossessivo è sofferenza. Ma quando siete voi che diventate ciò che è importante in questo pensiero ossessivo, la vostra sicurezza, la vostra posizione, tutto ruota intorno a voi, qualunque cosa sia e voi siete il centro e c’è un pensiero ossessivo intorno a voi, allora a questo punto sicuramente fate esperienza della sofferenza. Quindi è questo pensiero centrato su di sé, ossessivo, che porta continuamente l’attenzione su di voi e vi separa dal resto del mondo. Ecco perché KrishnaJi ci dice “tutta la sofferenza è un pensare ossessivo egocentrico”.

Allora ciò che accade, quando voi incominciate a portare attenzione a qualunque tipo di stato ossessivo che c’è dentro di voi, è che questa attenzione può veramente spezzare questo schema o percorso negativo di questo pensiero ossessivo egocentrico. Quando questo viene spezzato ciò che accadrà è che voi comincerete a diventare più calmi o in altre parole, il vostro stato di sofferenza si trasformerà in uno stato bellissimo.

Quindi quando qualcuno comincia a diventare intollerante verso la propria sofferenza, e per questo è necessario semplicemente portare attenzione ad esso alla luce degli insegnamenti o anche con la meditazione della mente serena, ciò che accade è che si spezza questo schema e vi portate da uno stato di sofferenza ad uno stato bello e dalla coscienza dell’Io alla coscienza dell’Uno e dalla disconnessione alla connessione e potete passare dall’essere separati all’essere Uno. Avviene questo passaggio. Una volta che avete fatto questo passaggio, una volta che siete in un bellissimo stato, da questo stato la persona può essere a qualunque distanza da voi ma voi vi sentirete strettamente connessi a lei. La relazione felice è possibile soltanto quando c’è connessione.Una relazione felice è una relazione di crescita. Una relazione di crescita è una relazione durevole. Potrete applicarla con il partner, con i figli, con i genitori, con gli amici, con chiunque. Non è una tecnica o una tattica. Non è un particolare uso delle parole. Oltre tutto ciò quello che è importante è il vostro stato interiore. senza la trasformazione dello stato interiore, per quanto voi possiate parlare, fare delle cose esternamente, si tratta solo di qualcosa di esterno, come rifarsi il trucco, non ci sarà qualcosa di durevole e felice.

Penso che Karin possa riflettere su queste cose. Parlare, avere un atteggiamento di perdono o usare il senso dell’umorismo, tutto questo va bene, ma ciò che importante è lo stato da cui si parte per fare le cose. Si, puoi scherzare ma se dentro di te c’è dolore allora questo umorismo non farà ridere, alla fine potrebbe diventare una grande discussione o un grosso problema.

Lo stato interiore è quello che è molto molto molto importante per rendere felice una relazione, perché sia durevole e una relazione di crescita.

  • D – Emma dalla Svezia: Ho una domanda riguardo il perché è così difficile oggigiorno guardare dei film dell’orrore? Devo continuare a vederli o li evito? C’è qualcosa che devo vedere? Devo vedere una parte di me? 

R – KumarJi: Pensavo avessi una domanda rilevante sulle relazioni e invece mi ritrovo una domanda sui film dell’orrore. D’accordo. Potresti domandarti perché vuoi guardare dei film dell’orrore? Potresti farti questa domanda? Che cos’è che ti rende così interessata a guardare film dell’orrore?

Qualcuno vuole provare a rispondere? La domanda vale per tutti.

Isabelladice: Io penso che la domanda sia riferita non soltanto ai film dell’orrore ma a tutti i film che fanno paura.

KumarJidice: Non vedo una grande differenza fra orrore, terrore e così via. Andiamo a capire questo.

Questo è un insegnamento un po’ profondo, non preoccupatevi se non riuscite a cogliere tutto.

La paura è una dipendenza. È una dipendenza come l’alcool o il tabacco o altre cose. Non è una dipendenza materiale ma una dipendenza psicologica.

Perché la gente vuole guardare i film d’orrore? Per rivisitare le paure fondamentalmente. Nonostante voi sappiate che vi fa paura, comprate il biglietto, comprate i popcorn, fate tutto per vedere questo film perché volete rivivere questa paura.

Però se voi avete una visione spirituale per la vostra vita, avete a cuore di vivere in uno stato bello, dal momento che ci sono solo due stati dell’essere, uno stato bello e uno stato di sofferenza, se vi viene data una scelta, in quale stato volete vivere? In uno stato bello naturalmente. La paura in quale dei due stati cade, nello stato bello o nello stato di sofferenza? Ovviamente negli stati di sofferenza. Quindi se volete alimentare, coltivare gli stati di sofferenza potete continuare la dipendenza di guardare film dell’orrore, perché inconsciamente questo è quello che cercate. È una dipendenza. Quindi io non vi dico di guardarli o di non guardarli, ma voi dovreste portare attenzione, se li guardate, al fatto che avete una dipendenza dalla paura. C’è questo stato abituale di paura che può essere spezzato. E dal momento che vi sto dicendo di diventare intolleranti al vostro stato interno di sofferenza, e la paura è uno stato di sofferenza, potete portare la vostra attenzione a questo e permettere che ciò si dissolva passando ad uno stato bello che è molto più gradevole da vivere rispetto ad uno stato di paura e sofferenza. Sta a voi decidere se guardare un film dell’orrore oppure no ora. Fondamentalmente la gente li guarda perché sono inconsciament dipendenti dalla paura.

  1. D –Riferendomi alla paura di cui parli, ieri ho avuto una situazione in cui mi stavo domandando perché cavolo sono così dipendente? oppure perché i miei sentimenti cambiano così tanto? ho sentito questa paura. Ho cercato di scuoterla via ma mi sono reso conto che c’era una dipendenza che andava ad ogni livello della vita. Voglio dire, la paura di perdere i soldi, paura delle relazioni, tutti questi tipi di paura. 

R – KumarJidice: No, non è la stessa cosa. Queste vengono dall’insicurezza. Questo particolare volerti mettere in un’esperienza di paura è fondamentalmente a causa della dipendenza, le altre vengono dall’insicurezza. La paura del fallimento è una cosa differente, è basata sull’insicurezza. Il particolare atteggiamento di andare, entrare in un posto in cui sai che avrai paura che cos’è? È una dipendenza. Le paure di cui hai parlato tu derivano da una insicurezza. Devi capire da dove vengono. Puoi anche metterti in uno stato bello e chiedere all’intelligenza universale di farti rivelare esattamente che cos’è o potresti avere chiarezza in uno dei tuoi viaggi, in una di queste sessioni della community call. Fondamentalmente quello di cui parli tu non è una dipendenza, come quella dai film.

PreethaJi – Principio di saggezza sulle relazioni 

KumarJi. Sedetevi in maniera corretta, adeguata e assumete tutto quello che potete. Se volete potete chiudere gli occhi perché per ottenere il massimo da questo principio è bene rivolgersi verso l’interno per assorbire completamente il contenuto di questa saggezza.

Chiudete gli occhi e ascoltate.

PreethaJi
Namastè.

Quando quello che noi cerchiamo cambia, come ci relazioniamo con ciò che cambia? 
La vita in sé cambia. 
Come è stata la vostra giornata oggi?

Per favore fate un paio di respiri lenti e profondi. Diventate consapevoli del percorso che fa il respiro nel vostro corpo e anche quando esce dal vostro corpo.

Adesso andiamo a guardare la comprensione, l’intuizione di oggi.

L’esperienza della solitudine ha più a che fare col confinamento del vostro pensiero, con la limitatezza del vostro pensiero che più che con la mancanza di compagnia. L’esperienza della solitudine ha più a che fare con l’aspetto limitativo del vostro pensare che con la mancanza di compagnia.

Vi siete sentiti mai isolati anche se siete in mezzo ad un gruppo? 
O vi siete sentiti soli nel mezzo di una conversazione? 
Vi isolate per la solitudine?

Contemplate quei momenti e vedrete che il vero problema non è l’assenza di persone o di attività, ma è l’incapacità di connettersi o sentirsi connesso che causa questa solitudine. Non potete connettervi quando rimanete bloccati con dei processi mentali non risolti, con delle emozioni conflittuali come il dolore, l’insicurezza, la paura o la rabbia, che vi disconnettono dal momento presente. Quindi nel presente voi vi sentite soli, vi preoccupate di voi stessi e con i vostri pensieri create una condizione di tristezza e di miseria, vi allontanate dagli altri e create disconnessione e distanza.

KumarJi
Andiamo a capire un po’ più in profondità questo insegnamento.

Avete sentito tutti l’intuizione, quello da comprendere?

PreethaJi dice che” l’esperienza di solitudine ha più a che fare col fatto che il vostro pensiero è confinato che con una mancanza di compagnia”.

PreethaJi ci ha anche fatto delle domande:

“vi siete mai sentiti alienati, isolati anche se siete in mezzo ad un gruppo?”
“o vi siete sentiti soli in mezzo ad una conversazione?”
“vi isolate a causa della solitudine?” 

ci chiededi contemplare su quei momenti e di vedere se l’assenza di attività o di persone effettivamente non è il vero problema. Piuttosto è la vostra incapacità di connettervi o di sentirvi connessi che causa questa solitudine. Non vi potete connettere quando siete presi da processi irrisolti. Le emozioni conflittuali come il dolore, l’insicurezza, la paura o la rabbia vi disconnettono dal momento presente e vi imprigionano nella solitudine e voi diventate preoccupati di voi stessi e i vostri pensieri creano miseria e tristezza alienandovi dagli altri creando disconnessione e distanza.

Allora cerchiamo di capire con un esempio in modo che diventi molto più chiaro.

Jhonè un uomo di affari che ha due grandi aziende e una moglie amorevole, due belle figlie, una bella famiglia. Ha fatto tutto quello che poteva per rendere felice la sua famiglia. Si è preso cura di tutti i loro bisogni. Ai figli ha dato la migliore istruzione possibile, il lusso, una bella casa, tutto quello che si può desiderare. Nonostante esternamente Lui abbia fatto tutto il possibile, non riusciva a sentire la gioia o l’appagamento internamente, e la maggior parte del tempo si sentiva come se mancasse qualcosa ma non riusciva a rendersi conto che cosa mancasse. Successivamente ha cominciato a pensare che la causa fosse il poco tempo che la moglie gli dedicava, perché molto impegnata con le figlie e quindi passava molto poco tempo con lui. Ha pensato che fosse questa la parte mancante. Poi ha sentito che forse gli mancavano i suoi vecchi amici con cui una volta passava dei bei momenti insieme, quindi ha cercato di mettersi in contatto con loro, ma non era più la stessa esperienza di una volta. Allora ha cercato di passare più tempo con sua moglie e tuttavia non riusciva a riempire questo vuoto che sentiva dentro di lui.

Quindi mentre questa esperienza continuava in lui, lui continuava a sentirsi separato da tutti e si approfondiva questo sentimento di solitudine e non riusciva a capire cos’era. Incontra sua sorella che capisce del suo bisogno di aiuto.

La sorella era una studente dell’Academy, era stata qui già per quattro anni ed è anche una trainer che forma molte persone facendo i corsi di stress detox, quindi gli suggerisce di visitare l’Academy in India e di fare dei processi. Essendo in questo stato di solitudine e di sconforto Lui immediatamente accetta e parte per l’India.

Durante il processo ha avuto momenti di grandi intuizioni ed esperienze che gli hanno aperto gli occhi. Lui ha avuto la sua grande trasformazione durante un processo mistico molto potente nel quale ha compreso che la causa della sua tristezza era uno stato di disconnessione. È stato scioccato nel vedere la verità, nel vedere quanto lui era disconnesso da sua moglie e dalle sue figlie. Ha potuto vedere chiaramente come era questo stato di disconnessione e che questo stato gli causava solitudine. Non era la mancanza di altre persone. È stata un’esperienza che lo ha letteralmente sollevato dallo sconforto. Nel momento in cui ha visto che la causa della sua solitudine era la disconnessione si è sentito sollevato.

Poi ha avuto un’altra potente esperienza durante la meditazione del campo illimitato alla presenza di KrisnhaJi nel quale la sua coscienza si è risvegliata all’esperienza dell’amore e della connessione. Stando alla presenza di KrisnhaJi lui si è sentito profondamente connesso a sua moglie e anche alle sue figlie. Che ci crediate o no c’è stata un’esplosione d’amore per ogni essere che lui conosceva e ovviamente questo stato è stato presente anche dopo il processo. Oggi è nella condizione che in qualsiasi parte del mondo si trovi è in profonda connessione con la sua famiglia, con tutti i suoi amici. Ha tutto ciò che occorre per alimentare questo suo stato di connessione e d’amore. Non è soltanto un uomo felice ma si è anche trasformato in un grande leader che può impattare sui suoi impiegati e il lavoro in sé è un’esperienza totalmente diversa che non aveva mai provato prima.

Se voi capite la condizione di questo uomo, diventa molto ovvio il fatto che la maggior parte di noi non sapendo che la causa della solitudine è questo stato di disconnessione cerchiamo di dare la colpa ad altri per la nostra condizione o cerchiamo di sfuggire da questo stato di solitudine in vari modi che ci portano ad altre situazioni di disagio. Non è vero?

La solitudine non è data dal fatto che il partner vi ha abbandonato, non è dovuta al fatto che non conversate con qualcuno perché a volte anche in mezzo a cento persone ci si può sentire soli, a volte anche nel mezzo di una conversazione vi potete sentire isolati, vi sentite come se nessuno vi stesse ascoltando, vi sentite come se tutti cospirano contro di voi, e questo non ha niente a che fare con l’altra persona, questo ha a che fare con il vostro stato interiore.

La causa del nostro problema è la disconnessione. Questa disconnessione crea la solitudine. Perché noi siamo disconnessi?

PreethaJi ci dice: quando voi venite catturati dai processi mentali non risolti, è lì che vi sentite disconnessi. Cosa sono questi processi mentali non risolti? Sono dolore, insicurezza, rabbia che vi disconnettono dai momenti presenti e vi imprigionano in uno stato di solitudine.

Diciamo che siete feriti con il coniuge e cercate di risolvere il problema nella vostra testa cercando di immaginare cento scenari diversi oppure inventando delle storie per cercare di trovare delle ragioni per cui dovreste continuare ad odiarlo e a dargli la colpa, continuando a cercare dei motivi per mantenere vivo questo dolore. Questo continuo processo mentale va avanti ed è doloroso.

Stessa cosa succede con l’insicurezza, con la paura, con la rabbia. Quando siete così avvolti da questo tipo di processo di pensiero, che riguarda voi stessi, allora voi state perdendovi il momento presente. Non siete più presenti alla vita, siete solo presenti al vostro processo mentale interno in cui il centro siete soltanto voi. Quando siete avvolti in questo modo, quando siete così preoccupati di voi stessi, il vostro pensiero crea miseria, vi allontana dagli altri e siete disconnessi e cominciate a distanziarvi da tutto e da tutti. Questo è ciò che dice PreethaJi in modo molto bello.

Quando le vostre emozioni conflittuali hanno il sopravvento state costruendo un muro intorno a voi, quindi state solo a pensare al vostro dolore, alle vostre insicurezze, alla vostra paura, alla vostra rabbia, che naturalmente creano preoccupazione e separazione da voi stessi e da tutto ciò che c’è intorno. Noi lo chiamiamo disconnessione.

Questo è ciò che accade alla maggior parte di noi.

La solitudine fondamentalmente deriva, sorge, dal fatto di essere una persona disconnessa. Quando siete disconnessi quello che ne deriva è solitudine.

Allora vogliamo ora andare a fare un piccolo processo meditativo?

Processo Meditativo condotto da PreethaJi

  • Sedetevi in una posizione comoda, con la schiena diritta 
  • Chiudete gli occhi 
  • Inspirate profondamente dal naso ed espirate lentamente dalla bocca con totale consapevolezza. Facciamolo per 7 cicli del respiro 
  • Chiedetevi se voi tendete a sentirvi spesso soli, se rimanete ad indugiare in questo senso di solitudine? Che cos’è che vi fa stare in questo senso di solitudine? Cos’è che vi tiene impegnati in questo senso di solitudine? 
  • Quali conflitti emotivi vi fanno preoccupare? E in quali modi vi impediscono di connettervi con le persone? 
  • Questo può essere il momento migliore per mantenere un sacro intento o una preghiera per allontanarvi dalla preoccupazione di sé e dalle emozioni conflittuali abituali. E di aprire il vostro cuore al connettervi con le persone 
  • Per favore ritornate più volte possibile oggi a questa intuizione, che l’esperienza della solitudine ha molto di più a che fare con il vostro pensiero confinante che con la mancanza di compagnia
  • Namastè. Abbiate una bellissima giornata in un bellissimo stato. 

KuamrJi.

Dolcemente riaprite gli occhi ora. Spero che abbiate colto la meditazione. Cercate di ritornare in questo spazio di connessione. Per coloro che vogliono praticarlo possono scrivere in modo da ricevere la pratica sulla propria posta elettronica, in modo da praticare nella settimana per coltivare, alimentare questo stato di connessione in modo che sempre più vi sentirete connessi e sempre meno sentirete questa solitudine.

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